Trasvolata ROMA-DAKAR-RIO DE JANEIRO
Da “SAPERE” – Ulrico Hoepli Editore
Anno IV – Volume VII – n. 75
15 febbraio 1938 – XVI
IL VOLO DEI “SORCI VERDI”
di Magg. A.A. Gianni Bordini
La mattina del 24 gennaio alle ore 7,28 i tre apparecchi S 79 I-BISE [colonn. A. Biseo], I-MONI [cap. Moscatelli], I-BRUN [ten. Bruno Mussolini] decollarono dall’aeroporto di Guidonia diretti a Dakar, prima tappa del volo ltalia – America del Sud.
Alle ore 8,30 gli apparecchi segnalavano la loro posizione al traverso di Capo Carbonara (Sardegna) e alle ore 9,15 circa sorvolavano Bona iniziando la traversata dei massicci dell’Atlante sahariano.
Alle ore 11,30. il Capo della formazione comunicava d’aver leggermente modificato la rotta prevista, accostando verso Nord. Alle ore 13,30 gli apparecchi segnalavano forte vento con nubi di sabbia e alle 15,30 comunicavano di essere in vista dell’Atlantico all’altezza di Villa Cisneros. Alle ore 16,30 davano il punto all’altezza di Port Etienne e alle 17,45 all’altezza di San Louis.
L’atterraggio a Dakar si effettuava regolarmente alle ore 18,45.
Tutta la navigazione si svolgeva ad una quota oscillante fra i 4000 e i 5000 metri. Gli apparecchi si mantenevano costantemente in collegamento con la radio di Guidonia. Il percorso effettivo compiuto dagli apparecchi era stato di oltre 4500 km e la velocità media realizzata di circa 420 chilometri all’ora.
La mattina del 25 gennaio alle ore 9,10 (ora italiana) gli apparecchi S. 79 I-BISE, I-MONI e I-BRUN partirono da Dakar diretti a Rio de Janeiro. La navigazione, svoltasi ad uno quota media di 3800 m, veniva disturbata nella zona centrale dell’Atlantico da temporali e da venti contrari.
Alle ore 17,30 gli apparecchi I-BISE e I-BRUN avvistavano le coste brasiliane e proseguivano verso Rio de Janeiro, giungendovi alle 22,45.
L’apparecchio I-MONI, invece, per sopravvenuta avaria ad una elica, che lo costringeva a .navigare con due soli motori per quasi tutti la traversata, in seguito ad ordine del capo della formazione dirigeva su Natal ove atterrava alle ore 19,19.
Gli apparecchi I-BISE e I-BRUN avevano così compiuto un percorso effettivo di oltre 5350 km in ore 13,35 ad una velocità media di 393 km.
Il collegamento Roma – Rio de Janeiro si era svolto quindi nel giro di 39,17 ore con ore 24,20 di volo effettivo, su percorso di circa 10.000 km.
Durante tutta la navigazione gli apparecchi si mantennero in collegamento con le stazioni radio delle coste atlantiche e con quella di Guidonia.
Il capitano Moscatelli partito da Natal alle ore 11,58 del 28 gennaio, giunse regolarmente a Rio de Janeiro alle ore 17,42 dello stesso giorno.
Il volo Roma – Rio de Janeiro compiuto dai “Sorci Verdi”è una nuova prova della sicura potenza dell’Ala Fascista.
Ma questa vittoria acquista un interesse del tutto particolare se la si riconnette a quella precedente della corsa Istres – Damasco – Parigi.
Come i lettori ricorderanno, questa gara, creata in sostituzione della soppressa corsa New York – Parigi acquistò, attraverso una tesa polemica di stampa, il carattere di sfida.
I “Sorci Verdi” stravinsero. Ma nonostante la strepitosa vittoria, vi fu oltre alpe chi insinuò che la Istres – Damasco- Parigi, suddivisa com’era in due tappe, aveva permesso sì, ai nostri S. 79, di vincere sfruttando le loro alte doti di velocità, ma che questi apparecchi sul percorso New-York – Parigi avrebbero incontrato serie difficoltà per ragioni di autonomia. La risposta, chiarissima, è data dai fatti concreti. L’odierna traversata atlantica infatti ha dimostrato che i “Sorci Verdi” avrebbero trionfato anche in rapporto all’autonomia. La stampa francese insinuò pure che i nostri S. 79 erano apparecchi espressamente costruiti per una vana politica di prestigio e quindi inadatti ad impieghi bellici, di difficile manovra, eccessivamente caricati, troppo delicati: apparecchi insomma incapaci di sostenere confronti di impiego pratico con i similari francesi. A smentire quest’altra tendenziosa insinuazione, ecco i “troppo delicati” “Sorci Verdi”, gli stessi della Istres – Damasco – Parigi, in piena efficienza nonostante l’usura di lunghissimi voli e di intenso impiego presso il XII stormo da bombardamento, prendere il volo verso la lontana America del Sud e superare con una facilità sbalorditiva migliaia di chilometri di monti, di deserto e di oceano, attraverso le insidie delle nubi e della sabbia ed il tormento delle tempeste equatoriali.
La risonanza mondiale della prova supera quella dei primati con essa conquistati: il primato di percorso Roma – Rio de Janeiro ed il primato di velocità su cinquemila chilometri. Al cuore del popolo italiano l’impresa e apparsa infine ancor più espressiva perché vi ha partecipato, quale primo pilota comandante di un apparecchio, il più giovane dei piloti italiani: Bruno Mussolini.
Anche in quésta vittoria dei “Sorci Verdi” il termine “velocità” è quello predominante. I 420 km di media ottenuti nel tratto Roma – Dakar (4500 chilometri) stanno a dimostrare che gli S. 79 come apparecchi da bombardamento superano, anche sui maggiori percorsi e con forti carichi di bombe, la velocità dei più moderni cacciatori in servizio presso talune aviazioni estere. Nei voli su lunghi percorsi compiuti in questi ultimi tempi da apparecchi stranieri sono state tenute medie che non possono stare neanche lontanamente a confronto con quelle degli apparecchi italiani.
È recente il volo di 18 modernissimi idrovolanti della marina americana che hanno collegato San Diego ad Honolulu (4150 km) in ore 20,12 ad una velocità media di 205 km, inferiore rispettivamente di 215 km alla velocità dei Savoia-Marchetti nel tratto Roma – Dakar (4500 km) e di 60 km alla velocità tenuta da Stoppani nel suo primato di distanza in linea retta per idrovolanti (Cadice – Caravellas: 7000 km).
Ed è anche recente il volo di un apparecchio francese, il Laurent Guerrero, che ha compiuto il collegamento Francia – Cile in tre tappe realizzando però medie non superiori ai 279 km/ora, molto lontani dai 420 dei “Sorci Verdi”.
Le traversate dell’Atlantico del Sud oggi non costituiscono più una impresa straordinaria come pochi anni fa. Ma quella compiuta dai “Sorci Verdi” rientra nel novero delle “imprese” perché il balzo Africa – America del Sud non è stato compiuto scegliendo come scali i punti prossimi fra le due coste (Dakar – Natal: 3150 km) e si è prolungato invece fino a Rio de Janeiro su un effettivo percorso di 5350 km ad una velocità di gran lunga superiore a quella di tutti i procedenti primati.
Per di più, anche il cap. Moscatelli, costretto a navigare con un motore di meno per quasi tutta la traversata, ha compiuto il volo a tempo di primato, avendo mantenuto una media dì 312 km, superiore di 33 km a quella del francese Laurent Guerrero (279 km/ora). L’I-MONI avrebbe potuto, pur con un motore di meno, raggiungere Rio de Janeiro senza scalo; si è diretto a Natal solo in seguito all’ordine ricevuto dal Capo della formazione.
L’apparecchio Savoia-Marchetti S. 79, costruito dalla S.I.A.I.T, è un monoplano da bombardamento veloce, munito di tre motori Alfa Romeo 126 C. R. 35, della potenza complessiva di 2250 HP, con eliche a passo variabile in volo.
L’ala è costruita in un solo pezzo, interamente di legno, e l’ossatura è costituita da tre longheroni di legno con sezione a doppio T riuniti fra loro da paratie e cèntine di compensato. Il rivestimento esterno, pur esso di compensato, contribuisce all’irrigidimento della struttura alare; tale sistema assicura anche il galleggiamento dell’apparecchio nel caso dì discesa forzata in mare. L’ala porta gli attacchi per la fusoliera, per i castelli motori laterali e per il carrello di atterraggio. Nell’interno dell’ala sono anche sistemati 10 serbatoi per la benzina.
Il carrello di atterraggio, disposto sotto l’ala in corrispondenza dei motori laterali, è retrattile nelle carenature dei motori stessi.
La fusoliera è costituita di un traliccio di tubi di acciaio uniti con saldatura autogena, con rivestimento di compensato, nella sua parte dorsale: per il resto di tela.
Ampie carenature di duralluminio raccordano l’ala alla fusoliera.
Nella parte prodiera è sistemata la cabina di pilotaggio con doppio comando. Ampie aperture che si possono chiudere con cristalli dì sicurezza consentono la massima visibilità. Immediatamente dietro il pilota di destra è il posto del marconista.
L’apparecchio è munito di fari a scomparsa per l’atterraggio notturno; il comando per la manovra di questi è effettuato dalla cabina dì pilotaggio.
Il posto del pilota e quello del marconista sono in comunicazione interfonica.
L’apparecchio è munito di speciali dispositivi di ipersostentazione e degli strumenti di bordo più moderni compresi quelli per il volo notturno e per il pilotaggio automatico.
Ecco alcuni dati tecnici e le caratteristiche d’impiego dell’apparecchio:
Apertura alare 21,20 m; lunghezza 16,20 m; altezza 4,10 m; carico utile 3.700 kg; velocità massima 480 km/ora: potenza complessiva 2250 HP; quota dì tangenza pratica 7.000 m; decollaggio a pieno carico in 16″; autonomia con carico normale di guerra 2600 km; salita a 4.000 m in 13′; spazio per l’atterraggio 350 m.
L’S. 79 è in normale dotazione da circa 3 anni ai reparti da bombardamento veloce dell’Aeronautica Italiana e detiene sei primati internazionali dì velocità con carico, su 1.000 e 2.000 km.
Al decollo da Roma il carico alare degli apparecchi era di 214 kg per mq, mentre a Dakar risultò di 220 kg, per il maggior carico di essenza e di lubrificante.
Le immagini e i testi sono stati trovati nel Web ai seguenti indirizzi:
aviationgraphic.com
viagginellastoria.it
airbrixia.com
wikipedia.org
Riferimenti letterari:
“SAPERE” – Ulrico Hoepli Editore
Anno IV – Volume VII – n. 75
15 febbraio 1938 – XVI
“SM79, Il GOBBO MALEDETTO” di Spaggiari e D’Agostino, edizioni Il Castello, 1979