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Miti e curiosità Storia aeronautica

I sorci verdi

In molti hanno scritto sull’origine della nota frase romana “te faccio vede li sorci verdi”.
Facendo qualche ricerca si scopre, in verità, che l’origine non è chiara e vi sono tesi discordanti, ma una cosa è certa: la frase, con il suo significato e il soggetto dei “sorci verdi”, sono indubbiamente divenuti famosi grazie ai successi militari e sportivi della 205ª Squadriglia da bombardamento della Regia Aeronautica, ottenuti con l’aeromobile Siai Marchetti S.M.79.

Non è chiaro se il modo di dire esistesse già prima del 1937, quando, durante la guerra civile spagnola, il sottotenente Aurelio Pozzi disegnò per la prima volta tre topini verdi sulla fusoliera di un S.79.
Si afferma che abbia tratto ispirazione dall’esclamazione di un sottufficiale romano prima di una missione: ”Domani annamo su Barcellona e je famo vede li sorci verdi”.
Quello che è sicuro, è che la fama dei sorci verdi esplose quando furono dipinti sugli S.79CS (Competizione Sportiva) che vinsero la gara aerea internazionale Istres-Damasco-Parigi aggiudicandosi il 1°, 2° e 3° posto!
E dopo quel vittorioso Agosto del 1937 il simbolo venne adottato come distintivo ufficiale del 12º Stormo, precisamente dal 7 settembre, ed in seguito arrivarono nuove vittorie sportive (la trasvolata atlantica Roma-Dakar-Rio de Janeiro) e notevoli successi militari durante il secondo conflitto mondiale.
Tutti questi grandi risultati accrebbero la fama dei “Sorci Verdi”: un avversario temibile, da invocare per minacciare qualcuno o per dimostrare superiorità (e quindi la frase in italiano “ti faccio vedere i sorci verdi”).

Nel Web si trovano diverse informazioni riguardo le gesta della 205ª Squadriglia e del suo famoso stemma. L’intento di questo articolo è perciò quello di radunarle tutte o, quanto meno, di identificare le più rilevanti e raccoglierle in un unico testo che provvederò ad aggiornare con eventuali nuovi contenuti.
Quindi, per chi fosse interessato, riporto nelle pagine seguenti alcuni racconti che descrivono gli eventi delle due competizioni citate.
Le fonti sono riportate alla fine.

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In volo

A due “passi” da LIAP

Una splendida giornata di sole ed un unico desiderio: volare.
Accolgo volentieri l’invito di un amico pilota, assiduo frequentatore dei cieli di L’Aquila e dintorni, sempre in volo con la sua bella macchina fotografica e il risultato è semplice: una tranquilla visita agli spazi aerei limitrofi a LIAP e splendide foto a paesaggi che, visti dall’alto, mi fanno ricordare quanto sia bella l’Italia da ogni angolazione.

Un breve giro di un’ora circa, con il fedele Cessna C152, è sufficiente ad ammirare i laghi della provincia di Rieti, le cascate delle marmore, il monte vettore e l’infinito verde che dipinge il nostro paese in questa stagione.

Niente di speciale verrebbe da dire, un voletto della domenica.
In realtà racchiude tutto ciò che di speciale si può immaginare.

Volo. Natura. Amicizia.

Non serve altro.

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In volo

30 minuti di montagna

E’ pomeriggio. Cielo limpido.
Mettiamo in moto e in pochi minuti siamo in volo in mezzo alle montagne del centro Italia.
Letteralmente in mezzo, al centro della zona montuosa più bella di questa parte d’Italia.
Il Gran Sasso, il Terminillo, il Velino, la Majella, solo per citare le vette più famose ma siamo circondati dai monti che cominciano a rinfrescarsi in attesa del gelo notturno.

Con l’amico “Cessnino” ci vuole poco ad assaporare la fredda brezza presente a questa quota, basta aprire la bocchetta dell’aria o addirittura il finestrino.

Se non fosse per il rumore del motore (comunque bellissimo! Soprattutto per chi ama i motori come me il ronzio del Lycoming è quasi poesia) sarebbe un’immersione totale nella natura, in uno spazio naturale che è accessibile solo ad un aeroplano o altro mezzo volante.

100 e rotti anni di storia, scoperte e tecnologia per regalarci mezz’ora in uno luogo raggiungibile solo volando. E in soli 30 minuti riusciamo a vedere tutte le cime maestose che ci circondano e che, per chissà quanti anni, sono stati la meta dell’uomo che desidera andare sempre più in alto ed esplorare, scoprire.

L’aereo è una macchina fantastica. Punto.

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In volo

Maule

Foto di uno dei migliori aerei biciclo di sempre: il Maule.

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In volo

Skies

Raccolta di foto che ritraggono il nostro ambiente preferito: il cielo.

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Storia aeronautica

12 secondi e 36 metri

Quel giorno a Kill Devil Hills nella Carolina del Nord c’era un forte vento.

Orville Wright dopo una vigorosa stretta di mano scambiata col fratello Wilbur, vestito di tutto punto, così come quando la domenica mattina andava a passeggio per la via principale della sua cittadina, dopo averlo fatto posizionare controvento salì sul Flyer, accese il motore da 12 cavalli costruito apposta per quell’utilizzo, lo lasciò scaldare, tirò al massimo la manetta, assunse la posizione di pilotaggio e fece sganciare il cavo che lo teneva ancorato al suolo.

Il Flyer rullò sulla rotaia predisposta allo scopo e, anche con l’aiuto del vento contrario, raggiunse in fretta la necessaria velocità relativa rispetto all’aria e finalmente si staccò dal suolo.

12 secondi di volo controllato su una macchina più pesante dell’aria, 36 metri di distanza coperti e un atterraggio non rovinoso.

Quel 17 dicembre del 1904 resterà alla Storia come il giorno in cui fu dimostrato che il volo umano era possibile.

Quello stesso giorno il Flyer volò altre tre volte pilotato da Wilbur, da Orville e poi ancora da Wilbur. I tre voli risultarono progressivamente più regolari convincendo anche gli scettici che si trattava di voli e non di semplici salti. L’ultimo volo durò 59 secondi, coprì 260 metri di distanza e finì con una improvvisa picchiata non ben gestita ed un conseguente atterraggio troppo duro che mise fuori uso il timone di profondità anteriore e convinse i fratelli Wright che per quel giorno i tentativi potevano finire lì.

Questo episodio da molti è considerato l’inizio della storia del volo umano, ma, pur essendo certamente una pietra miliare di quella storia di fatto non ne rappresenta l’inizio.

Prima ci sono stati i sogni di chi sapeva sognare; il mito di Icaro; la via “cinese” con i palloni ad aria calda; i progetti di Leonardo Da Vinci; i dirigibili, i primi alianti e tanto altro ancora.

Di tutto questo parleremo nella nostra rubrica, con l’unico scopo che è quello di dare nuovi spunti e nuove motivazioni a chi ama già l’Aviazione affinché ne approfondisca anche questo aspetto, così come a chi magari si approccia ad essa solo da poco e potrà farlo anche attraverso le nostre pagine.

La sana curiosità ci spinge a scoprire nuovi mondi e la conoscenza concorre a trovare nuove vie.